Jambo!, mi hanno insegnato i miei amici di Watamu, è una parola per dire ciao che ho imparato quando avevo solo 3 anni e mezzo ad
Agosto 2006 quando i miei genitori
mi hanno portato in Kenya per la prima volta.
Non
ho tanti ricordi di quel bel viaggio perche’ avevo solo 3 anni, ma mi ricordo
gli elefanti del Masai Mara e mi ricordo i giochi fatti in spiaggia a Watamu,
con il mio papà Paolo e i bambini africani.
La
mia Mamma e il mio papà mi hanno sempre raccontato in tutti questi anni,
quanto è bello il Kenya e quello che stavamo facendo come famiglia, per aiutare questo popolo.
Ho
visto tante foto, e ho visto tante volte mia mamma spedire pacchi di miei
vestitini a turisti italiani che stavano andando in Kenya, io sapevo che tutte
le mie scarpe e i miei vestiti andavano ai miei “ fratelli africani” vedevo le loro foto, anno
dopo anno crescevano come me e tante volte facevo fatica a pronunciare i loro nomi, che sono Anthony 15 anni, Siena 13 anni e Bella 10 anni la mia stessa eta’ e sono i nipotini di Thomas.
Poi la mia mamma un giorno mi ha detto,
Andrea torniamo in Kenya!
Io
avevo un po’ paura di perdere troppi giorni di scuola, ma poi e’ arrivata la
vacanza del 1° Novembre...e cosi’ 2
giorni prima abbiamo deciso di partire!
Ero
anche triste perché il mio nonno
era appena finito in ospedale e il mio papi era preoccupato e non è potuto
venire, ma ero sicuro che sarebbe andato tutto bene, come alla mia mamma l’anno
scorso e cosi’ ho detto alla maestra che andavo in Kenya a trovare la mia
“famiglia africana”.
Sono
partito di notte e il viaggio non me lo ricordo perche’ ho sempre dormito,
quando sono arrivato a Mombasa, al controllo passaporti ho dovuto mettere la
mia mano per identificare non so bene cosa ma e’ stato divertente come nei film
di CSI.
Ho
aiutato la mia mamma con le borse, ne avevamo 2, una per noi e una piena di
cose da regalare il mio zaino pesava tantissimo e non vedevo l’ora di lasciarlo
da qualche parte..…
Quando
siamo usciti dall’aeroporto, ho
trovato Thomas, io non me lo ricordavo cosi’ bene, ma sapevo che lui mi ha sempre voluto tanto bene e mi ha
detto KARIBU ANDREA!
Thomas
continuava a chiedermi come stavo ma io mi sentivo un po’ strano, allora mi ha raccontato che quando mi ha
conosciuto ero in spiaggia che giocavo con i bimbi africani, fino a quando uno
di loro ha acceso un fiammifero per giocare e io mi sono bruciato il dito e
piangevo talmente tanto che la mia mamma e papa’ non sapevano come fare, a quel
punto Thomas e’ arrivato con un bicchiere d’acqua per immergere il mio ditino e
mi ha calmato.
Da
allora per noi Thomas e la sua famiglia sono diventati nostri AMICI.
Ho
tante emozioni da raccontare una e’ quella di essere arrivato a watamu e
rincorso in spiaggia da bambini
africani che parlavano l’italiano cosi’ bene….
Alla
sera la mamma ha organizzato una cena con i nipotini di Thomas in un bel
ristorante a Timboni da Gloria e Gianni 2 simpatici signori Italiani.
Io ero cosi’ imbarazzato, erano passati tanti anni, io li avevo visti in foto, ma incontrarli dal vero avevo tanta vergogna…come avrei parlato con loro? In
che lingua?
Quando
ci siamo visti in macchina ci siamo dati il 5 a mano aperta e al ristorante
abbiamo giocato tanto , a palla intorno alla piscina, a carte e con il telefono
Samsung dove potevamo fare dei disegni ,
Ho
salvato il disegno che ha fatto per me Anthony, il disegno che ha fatto per me
Siena e il disegno che ha fatto per me Bella, ogni tanto chiedevo traduzione a
mia mamma per inglese, ma poi non c’e stato piu’ bisogno abbiamo capito che
potevamo giocare anche cosi.. non pensavo di riuscire a vincere tutte le mie
paure, ma loro sono bambini come me
per cui hakuna matata come mi hanno insegnato a dire.
Thomas
ci ha organizzato subito per il giorno dopo il safari blu in barca a Mida Creek dove ho
incontrato 2 bambini simpatici e ci siamo tanto divertiti, con tuffi nuotate e
avvistamento di ben 2 squali, ho mangiato l’aragosta e ho fatto il giro in
canoa.
Poi
ho provato l’emozione di prendere
il treno della mia africa di sera
che da Mombasa che va a Nairobi, dormendo con la cuccetta di notte e mangiando
sul treno come nei film, mi e’ piaciuto tanto anche se il treno e’ partito con
tanto ritardo e andava pianissimo, non mi sono mai scoraggiato.
Vedevo
Thomas vicino a me che mi rassicurava sempre e mi spiegava tutto il programma
ogni volta che chiedevo a lui: cosa
facciamo ora?
Il
treno pero’ non e’ mai arrivato a Nairobi si e’ fermato per guasto a 100 km
prima, e per me e’ stata un’avventura simpatica perche’ hanno chiamato un taxi
solo per noi che ha fatto come il
Rally tra strade piene di buche alla fine ci ha portato a Nairobi all’Orfanatrofio degli
animali per poter toccare il Ghepardo!
Ringrazio
tanto Thomas per aver organizzato tutto questo, perche’ quando sono entrato
nella gabbia del Ghepardo avevo tanta paura, ma ero tanto felice di poter toccare e accarezzare il GATTO PIU’
VELOCE DEL MONDO!
Io a casa, in
Italia, ho il mio Duke che ha la
mia eta’ e assomiglia molto al Ghepardo…ma lui e’ solo un bel micione…
Da
Nairobi di sera con una bella jeep grande tutta per noi , siamo partiti subito
per L’Amboseli, dove arrivando tardi al campo tendato, mi ricordo di aver cenato e poi d’essermi
subito addormentato.
La
mattina pero’ la sveglia e’ suonata alle 5,30 e io ero cosi’ assonnato che ho
tolto solo per meta’ il piagiama , indossando cosi’ 2 paia di pantaloncini e la
maglietta…
Alle
6 siamo partiti per il SAFARI!!!
Mamma
che bello! Si vedeva il Kilimangiaro sempre vicino a noi, con la sua cima
innevata, tutti gli animali che scendevano a valle a mangiare, ho visto Zebre, gnu, bufali e antilopi di
tutte le specie.
Il
parco sembrava tutto per noi, ho visto gli avvoltoi finire un loro pasto e la
iena allontanarsi per finire sulla nostra strada, io avevo il mio binocolo e mi
sembrava di toccarla , fino a quando non e’ passata cosi’ vicino alla nostra
jeep da riconoscere quanto era brutta
ma quanto emozionante era vederla cosi’ vicina…
Ho
Visto tanti struzzi, persino gli aerei piccoli che atterravano nel parco, e in
poco tempo abbiamo visto ben 7 leoni!
Thomas
sapeva dove cercarli, erano a riposare tra l’erba in uno spiazzo dove nessuno
ci andava ma noi si!
Che
bella la Leonessa vicino a noi con il collare con microcip come si vede nei
documentari in televisone!
Uscendo
dal parco Amboseli, Thomas ci ha
portato in un villaggio Masai dove si sono messi a danzare solo per noi e io ho
saltato in fila con loro che buffo…
Sono
Entrato in un loro capanna, mi ricordo di aver sentito tanto fumo, anche se il
fuoco per cucinare era spento, le finestre erano solo buchi piccoli. Ho visto
dove dormono i bambini e i loro genitori e non ci potevo credere…
Sono
entrato nella scuola dei bambini Masai fatta di lamiera, stavano facendo lezione e abbiamo chiesto il permesso
di distribuire tutti i miei pennarelli, biro, matite colorate, astucci che ho
portato da casa, erano tutti bambini seduti in silenzio, mi guardavano con
quegli occhioni che non dimentichero’ mai, io ero molto emozionato e ho voluto fare una foto anche con la
loro maestra da portare alla mia Maestra da appendere in classe per far vedere
ai miei compagni di scuola come sono le scuole in africa.
La
mia mamma ha fatto il filmino e si e’ messa a piangere io non capivo il perche’
ma lei non era triste era felice perche’ i bambini mi hanno cantato una
canzoncina.
Ho
capito che anche loro erano felici
anche se non avevano tutto quello che io ho in Italia.
Poi
siamo partiti per lo Tsavo est, fermandoci in un vero paesino Africano a fare
la spesa per Thomas da portare a Watamu
Abbiamo
fatto il pic nic vicino al fiume avevo un po’ paura dei coccodrilli e degli
ippopotami, ma Thomas ha sempre cercato di calmare tutte le mie paure, mi
faceva gli scherzi e io ridevo tanto.
Arrivati
allo Tsavo est ho visto la terra di colore rosso, diversa dall’Amboseli, e
tante belle giraffe, famiglie
intere di ippopotami, sembrava il safari delle famiglie…ho visto tanti
cuccioli, sia di struzzi, elefanti, tanti buffi uccellini che si spostavano
tutti insieme da un albero
all’altro facendo tanto rumore, ho
visto il gufo, bellissimo che girava completamente la sua testa, anche
questa volta Thomas ci ha portato a vedere il leone con la criniera!
Poi
soddisfatti alla sera stavamo tornando al nostro bel campo tendato in mezzo
alla savana, quando arriva per radio un messaggio da altri autisti: venite qui!
Thomas
e il nostro autista sono stati velocissimi, sapevano bene dove era il posto da
dove arrivava la chiamata e per incanto ho VISTO IL GHEPARDO CHE AVEVA APPENA
CACCIATO LA SUA PREDA un’antilope…
Praticamente
la nostra jeep era davanti al ghepardo, mi dispiaceva tanto per l’antilope ma la
natura dice che devono mangiare così, il
ghepardo ansimava forte, aveva appena finito di cacciare, sospettoso si
guardava le spalle, non aveva paura di noi, ma di qualche predatore che
sarebbe arrivato a rubargli la sua preda.
L’ho
guardato bene e il ricordo di quello che avevo appena accarezzato a Nairobi mi
ha spinto a fare tante foto.
Poi
con il buio siamo andati al nostro Camp, dove ho trovato una tenda bellissima
grande tutta per noi che guardava il parco, avevo un po’ paura perche’ non era
recintato, ma il sonno era piu’ forte della paura e dopo una bella cena mi sono
addormentato.
Il
giorno dopo siamo partiti sempre alle 6,30 dopo la colazione per l’ultimo safari nel parco, tante foto,
tanti gruppi di animali.
Siamo
tornati a Watamu dalla strada che chiamano “ la mia Africa” e con la mia mamma
ci siamo fermati tante volte in mezzo alla strada dove si vedevano appena le
capanne, per regalare tutto quello che avevo portato dall’Italia .
Ho
distribuito tutto senza far male
ai bambini che arrivano dal bosco tutti insieme, alla fine avevo solo le
caramelle senza zucchero e ho visto tanti bambini felici anche solo per aver
ricevuto una caramella.


Arrivati
a Watamu ero stanco ma tanto felice, mi chiamavano tutti Ballottelli per via
del mio ciuffo, e il giorno dopo, ho camminato con i Beach Boys che mi tenevano per mano a sardegna 2 per
arrivare con la bassa marea fino alla barriera dove ho visto tante stelle
marine, pesci a me sconosciuti ho camminato tantissimo…
La
mia vacanza e’ quasi finita ma siamo voluti tornare tutti insieme
all’orfanatrofio di Timboni dove 6
anni fa giocavo a palla con i bambini, era sabato e c’era lo spettacolo di
tutti i bimbi ai parenti che erano in visita, ho visto i bimbi piccoli molto sfortunati, ho regalato le
nostre medicine, farina e cibo. Ma
mi sono sentito tanto triste.
Io
non posso immaginare la mia vita senza la mia mamma e il mio papà e mi
dispiace che tanti bambini non possano avere una famiglia come la mia, ma
poi la mia mamma mi ha spiegato che
anche i miei fratelli africani Anthony, Siena e Bella non hanno mamma e papa’ ma
sono felici e crescono educati bene perché anche in questo caso c’e’ qualcuno
che si occupa di loro.
Sono
tornato a casa e in classe, tutti
i miei compagni di scuola mi hanno chiesto com’e’ il Kenya e io ho
risposto che e’ un Paese BELLISSIMO
e che ci voglio tornare.
Grazie
a mamma e papa’ che hanno permesso questo viaggio, grazie a Thomas che ha
organizzato tutto e mi ha fatto divertire tantissimo!
L’ultima sera siamo tornati nel bel
ristorante a Timboni dove abbiamo
cenato tutti insieme e la promessa che ho fatto a Siena Anthony e Bella e’
quella che sarei tornato presto a giocare con loro!